|
TERRITORIO |
CANTINA ALTA PADOVANA
|
La presenza della vite nell'area tra il fiume Brenta e la laguna di Venezia trova sicure testimonianze dai ritrovamenti di anfore avvenuti in Comune di Vigonza a poca distanza dalla sede della Cantina Alta Padovana.
L'opera di bonifica della pianura padana a nord della città di Padova grazie ai romani tra il 7° ed il 4° sec. a.c. ha consentito una rapida espansione della vite trovando nelle botti di legno il contenitore naturale per la conservazione del frutto di bacco. Gli storici romani Tito Livio e Plinio descrivevano il vino dell'area con la menzione "sa di salice", poichè era consuetudine etrusca poggiare la vite ad una alberata viva generalmente pioppi, salici ed aceri che abbondavano nei boschi della zona. |
|
|
Le epoche successive alla centuriazione prima ed all'insediamento della Repubblica Serenissima di Venezia poi, portarono alla specializzazione dei vigneti, abbandonando la classica impostazione dei filari alternati ai campi di cereali. La ricchezza prodotta dal commercio della marineria di Venezia anche oltre il Mediterraneo, ha portato il vino della zona del Brenta anche a popolazioni dell'Asia meridionale. Per tradizione i viticoltori della Cantina Alta Padovana hanno prodotto ottimi rossi di pronta beva e solo dopo il periodo post-filosserico è iniziata la coltivazione di uve a bacca bianca. |
|
|
|
|
|